L’economia circolare e la carbon neutrality sono due dei temi al centro dell’edizione 2021 dell’Offshore Mediterranean Conference di Ravenna, uno dei più importanti appuntamenti mondiali per il settore dell’energia che da oggi per tre giorni è ospitato al Pala De Andrè.

Un successo che dura dal 1993 e per il quale vanno ringraziati gli organizzatori, a cominciare dalla presidente Monica Spada e il Roca, che nel 1993 ha lanciato l’Omc e rappresenta le società ravennati che operano nel settore offshore, tra le quali eccellenze mondiali quali Rosetti Marino, i F.lli Righini, la Cosmi spa, Micoperi e altre eccellenti realtà che si sono sviluppate collaborando con Eni, Saipem e le principali aziende energetiche mondiali. E un grazie anche al sindaco Michele de Pascale, che ha sempre creduto nell’importanza della manifestazione e si è sempre impegnato perché Ravenna consolidasse il ruolo di città guida nel settore offshore.

È un segno importante dei tempi che l’incontro fra i rappresentanti deli stati, gli scienziati e i produttori di fonti energetiche si intitoli “Ripensare energia insieme, alleanze per un futuro energetico sostenibile”: non c’è tempo da perdere per realizzare la transizione energetica, un percorso che deve vedere un’alleanza stretta fra la politica e l’economia in una dimensione, come mi sono permesso di ricordare più volte nei miei interventi, di alleanze e di collaborazioni.

Nessuno da solo è in grado di mettere in campo politiche in grado di raggiungere la neutralità carbonica e chi partecipa all’Omc ha ben chiaro questo concetto. Per questo si parlerà di come trovare una strategia comunque, condivisa, che realizzerà la transizione senza ricorrere a soluzioni miracolistiche, puntando su un  mix energetico gas-rinnovabili che è l’unica strada, come ha compreso l’Unione europea, per uscire dall’emergenza climatica garantendo allo stesso tempo il funzionamento dell’economia.

La politica è chiamata a scelte decisive e da questo punto di vista l’Italia, spesso in affanno su questi temi, pare avere compreso come ci si debba muovere e l’Omc ne è una prova. Quello che serve, come dimostrano i paesi che hanno già avviato il processo di transizione, è una forte volontà politica accompagnata da una presenza finanziaria disponibile a investitore sull’innovazione. Non solo lo stato come unico motore della transizione, quindi, ma tutto il sistema economico. Anzi, possibilmente, i sistemi economici in un accordo globale che permetta al mondo di raggiungere quella che, forse, sarà ricordata come la più grande rivoluzione dell’umanità.