«Per l’economia circolare non basta un Decreto. Servono politiche strutturali di lungo periodo»

 

Il decreto legge del governo per la green economy, presentato dal ministro Costa per ora è stato bloccato: i motivi sono molti, ma soprattutto perché non ci sono le coperture economiche.

«Al Ministerocommenta Gianni Bessi consigliere del Partito democratico alla Regione Emilia-Romagnasembra che si siano anche accorti che l’energia da rinnovabili non è a costo zero. Il fatto è che, se si vuole puntare su uno sviluppo basato sull’economia circolare, lo si deve fare con una strategia di sistema». Il consigliere Pd da molto tempo è tra i più agguerriti sostenitori di una transizione energetica virtuosa, che utilizzando il mix energetico gas-rinnovabili traghetti l’Italia verso un futuro dove l’energia sarà prodotta solo da fonti pulite.

«Se vogliamo cogliere le opportunità garantite dall’economia circolare dobbiamo pensare a provvedimenti che incentivino e favoriscano comportamenti e azioni virtuosi. È fondamentale gestire efficacemente la transizione verso questi nuovi modelli: è un processo che richiede politiche e scelte strutturali di lungo periodo, con valutazione del percorso e degli effetti. In caso contrario siamo destinati a raccogliere solo fallimenti». Riprendendo i contenuti del decreto Costa, Bessi mette in evidenza come presenti alcuni punti deboli, fra cui l’assenza del tema dell’End of waste, «che è una urgenza drammatica, fondamentale se vogliamo trasformare i rifiuti in risorsa».

In conclusione, proprio perché la sostenibilità ambientale deve diventare un obiettivo condiviso, Bessi ammonisce che non può essere raggiunta se non si accompagna a una sostenibilità sociale ed economica.

«Se lasciamo indietro questi passaggi –  conclude – rischiamo che non ne benefici nessuno e di finire per  occuparci solo dei prodotti di alta tecnologia, che fanno sì risparmiare energia, ma che hanno prezzi per molti irraggiungibili e sono accessibili solo a chi dispone di redditi alti. O, peggio, a introdurre nuovi modelli di tassazione legati all’ecosostenibilità che finiscono per pesare sulla classe media. Non è questa la strada: dobbiamo abbandonare le scelte che dividono e puntare su uno sviluppo equo e diffuso basato sull’economia circolare. È un obiettivo raggiungibile, basta cambiare metodo di lavoro cercando soluzioni progressive e condivise».