Il mio intervento in aula il 25 maggio 2016 sulla risoluzione n. 2614 – Risoluzione per impegnare la Giunta, ed il suo Presidente in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, a esprimere il proprio dissenso, in tutte le sedi competenti, nei confronti del TTIP (Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti) al fine di verificare l’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità e di riconoscerne la natura mista, sottoponendolo a ratifica da parte degli Stati dell’UE ed a referendum popolare. A firma dei Consiglieri: Bargi, Fabbri, Rainieri, Delmonte, Marchetti Daniele, Rancan, Pettazzoni, Liverani, Pompignoli –
Il dibattito sul TTIP è stato già sviluppato in occasione della sessione europea del 2015. In quell’occasione sono state discussi numerosi oggetti che incidevano sul tema.
Se ne discusse in occasione all’oggetto 618 “Rapporto conoscitivo della Giunta per la sessione comunitaria 2015.”
Venne introdotto un riferimento all’interno dell’oggetto 800 risoluzione “Sessione europea 2015. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”.
E vennero infine discusse due risoluzioni la prima 453 “Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a promuovere la sensibilizzazione sul Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) garantendo l’accesso ai relativi documenti, escludendo dall’accordo i beni fondamentali, garantendo la sicurezza dei prodotti, dei consumatori e dell’ambiente, contrastando inoltre i fenomeni di contraffazione.” proposta dal M5S approvata con un emendamento del PD (estensore Bessi) e la risoluzione 755 proposta da SEL e respinta.
La posizione espressa dal M5S nell’oggetto 453 fu in quella occasione ritenuta condivisibile dal gruppo PD che chiese però con un emendamento il necessario riferimento alla risoluzione proposta al parlamento europeo dal gruppo S&D. In sostanza fu accolta dall’assemblea la posizione di S&D di approvare il TTIP salvaguardando consumatori e lavoratori. Anche alla luce del fatto che attualmente gli scambi di alimenti tra UE ed USA sono regolati da accordi commerciali che prevedono come salvaguardia il rispetto delle disposizioni sanitarie vigenti in Europa e negli Stati Uniti. Pertanto gli alimenti provenienti dall’America e destinati alla UE sono ispezionati dalle Autorità competenti in materia di sicurezza alimentare di uno qualsiasi degli Stati Membri e, una volta riconosciuti conformi alle normative sanitarie europee, ne viene autorizzata la libera circolazione in tutto l’ambito comunitario. Stessa modalità è adottata negli USA.
In Italia l’Autorità competente per il controllo degli alimenti importati è il Ministero della salute e i suo uffici periferici.
Per il settore dell’export di alimenti di origine animale, uno dei settori principali della nostra Regione, i nostri produttori si sono dovuti adeguare alle disposizioni sanitarie previste negli USA e i Servizi veterinari delle AUSL hanno previsto modalità di controllo specifiche sugli impianti e sui prodotti alimentari destinati agli USA. E’ recentissima la riapertura all’export dei nostri prodotti di salumeria successiva alla verifica da parte degli americani del rispetto delle loro disposizioni sanitarie.
In ambito europeo la sicurezza per il consumatore è garantita da numerosi Regolamenti, comunemente rientranti nel cosiddetto “Pacchetto igiene”, che forniscono dettagliate e rigide disposizioni per il produttore di alimenti e per le Autorità competenti addette al controllo sulla sicurezza alimentare.
Sulla base di quanto affermato, pare difficile ipotizzare una riduzione del livello di sicurezza per i consumatori comunitari a seguito della eventuale sottoscrizione dell’TTIP. Infatti se così fosse la Comunità Europea dovrebbe spiegare ai propri cittadini e anche ai produttori come mai gli alimenti europei hanno determinati livelli di sicurezza mentre quelli USA ne hanno di livello inferiore. Oppure dovrebbe modificare i propri Regolamenti di carattere sanitario riducendo i requisiti di sicurezza oggi richiesti per tutte le produzioni alimentari europee dandone adeguata motivazione alla popolazione.
Dunque la posizione rappresentata da S&D, cui anche il PD ed il Governo italiano hanno aderito è favorevole alla adozione di un TTIP buono e giusto, che possa portare benefici ai cittadini europei e alle imprese in termini di crescita e lavoro.
Infine si evidenzia che il TTIP se e quando sarà sottoscritto dalla Commissione UE dovrà poi essere sottoposto alla ratifica da parte del nostro Paese come degli altri aderenti all’UE.
Quindi, la nostra posizione rimane sulla risoluzione già votata lo scorso anno, ragion per cui oggi riteniamo di non aderire alle risoluzioni in atto.
Grazie
IL COMUNICATO STAMPA
Bocciata oggi in Assemblea Legislativa una Risoluzione presentata dai consiglieri della Lega Nord sul TTIP.
Il documento chiedeva, innanzitutto, alla Giunta di esprimere in ogni sede il proprio dissenso al Trattato.
“Avevamo già parlato di TTIP – spiega il Consigliere regionale Gianni Bessi – nella sessione comunitaria del 2015 e anche allora avevamo affermato la posizione espressa in seno al parlamento europeo dal gruppo S&D che, tra l’altro, era stata in sostanza accolta dall’Assemblea. Oggi ribadiamo quella posizione, riaffermando che non sosterremo alcun trattato che implichi una riduzione della tutela di consumatori e lavoratori. Anche perché già oggi gli scambi di alimenti tra UE e USA sono regolati da accordi commerciali che prevedono come salvaguardia il rispetto delle disposizioni sanitarie vigenti in Europa e negli Stati Uniti. Pertanto gli alimenti provenienti dall’America e destinati alla UE sono ispezionati dalle Autorità competenti in materia di sicurezza alimentare di uno qualsiasi degli Stati Membri, per quanto riguarda l’Italia dal Ministero della Salute.”
“Anche per questo troviamo irragionevole e controproducente – prosegue Bessi – l’idea di opporsi a priori al TTIP, senza nemmeno aver visto quali saranno i risultati finali della trattiva. Anche perché, nonostante la Lega nella risoluzione di oggi lo annoveri tra le richieste alla Giunta, il testo finale negoziato dovrà essere approvato dal Parlamento Europeo che ha potere di veto e poi ratificato dai Parlamenti degli Stati membri, previo giudizio del Consiglio UE. Questi passaggi sono una garanzia di controllo e tutela per tutti.”