Il presidente Luca Sabattini, con i vice Giulia Gibertoni e Gianni Bessi, ha presentato il programma dei lavori: audizioni con i soggetti del settore per avanzare proposte per frenare le coop fittizie
“I programmi dei lavori saranno divisi in tre fasi principali -ha spiegato Sabattini-. La prima sarà dedicata alle audizioni di soggetti sia interni che esterni all’amministrazione regionale, con un’attenzione particolare per Unioncamere ed Ervet, per un’analisi del sistema economico e per conoscere le dimensioni della problematica; l’Agenzia regionale della ricostruzione, per l’analisi del percorso che ha portato alla stesura della white list delle imprese (cioè quelle imprese che rispecchiano i canoni ‘limpidi’ dettati dalle prefetture, ndr). Infine -ha aggiunto il presidente-, i principali soggetti della cooperazione, dell’imprenditoria e del commercio”.
La seconda fase sarà dedicata a ulteriori audizioni, dopo i contributi raccolti nella fase iniziale. E, infine, con la terza parte del programma dei lavori si arriverà all’obiettivo principale: realizzare un progetto di legge per impedire lo sviluppo e l’attività di queste false cooperative.
Gibertoni ha sottolineato come “i lavori della commissione saranno variabili e non rigidi, perché non possiamo prescindere dalle audizioni che andremo a sentire. L’importante, comunque, è che questa commissione non divida ma trovi tutti dalla stessa parte, specie ora che c’è una consapevolezza che non cala l’attenzione sulla cooperazione. Credo che questa commissione potrà portare buoni risultati”.
Da Piergiovanni Alleva de L’Altra Emilia Romagna arriva la proposta di “audire anche i magistrati”. Così come, secondo Igor Taruffi (Sinistra Italiana) e Giuseppe Boschini (Partito Democratico) non bisogna focalizzarsi su un unico settore su cui hanno operato le cooperative spurie (il più noto il settore della carne, da cui è partito il ‘caso’) “ma occuparsi di più settori. Dedicando spazio -ha spiegato Taruffi- anche ai morti sul lavoro”. E da Boschini arriva anche la proposta di “acquisire il lavoro già svolto dalle commissioni parlamentari, per non partire da zero”.
E se per Stefano Caliandro (Pd) “questa commissione è un monito per la buona politica”, per Antonio Mumolo, anche lui esponente dem, “dobbiamo capire quali sono tutte le azioni da mettere in campo”. E un modo per farlo, secondo Silvia Prodi del Gruppo misto-Mdp, “potrebbe essere chiamando in audizione anche la Guardia di Finanza e l’ispettorato del lavoro”. Tutto questo “per arrivare a un proficuo risultato finale che possa essere utile anche a chi amministrerà dopo di noi”, ha sottolineato Bessi. E, se serve, “anche con un supporto nazionale”, ha fatto eco Luciana Serri (Pd).