Da tempo gli uffici di controllo del porto di Ravenna sono sottorganico. Un problema che non è passato inosservato al consigliere regionale Gianni Bessi che si è fatto promotore del disagio, chiedendo alla Giunta regionale di attivarsi per sollecitare il Ministero della Salute per evitare ripercussioni economiche negative sulle attività portuali e sull’indotto del porto di Ravenna.
«Gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, noti anche con l’acronimo USMAF, sono uffici periferici del Ministero della salute, dislocati sul territorio nazionale. Si occupano del controllo sanitario su passeggeri, mezzi di trasporto e merci destinate al consumo umano in importazione da Paesi non appartenenti all’Unione Europea – spiega Bessi –. Si tratta di punti strategici per l’attività portuale e la carenza di organico in cui versa l’ufficio del porto di Ravenna è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Ho chiesto alla Regione di attivarsi presso il Ministero proprio per capire in che modo si possa potenziare l’organico e risolvere quindi il problema».
Nonostante l’aumento dei prodotti da controllare, infatti, non vi è stato alcun potenziamento degli organici dell’ufficio di sanità marittima, anzi l’Usmaf di Ravenna da almeno 10 anni non ha un dirigente ed il personale tecnico ed amministrativo è diminuito rispetto agli anni ’90, quando la mole di lavoro era decisamente inferiore.
«Questa carenza di organico comporta all’attività portuale di Ravenna ritardi – conclude Bessi –, con il rischio che gli importatori spostino le loro attività su altri porti esteri, con danno evidente per l’economia locale ed italiana».