Bessi: “impegno nel realizzare un progetto di legge per impedirne lo sviluppo”

 

La commissione speciale di ricerca e di studio sulle cooperative cosiddette spurie o fittizie ha approvato il programma dei lavori per i prossimi mesi. “Tra gli obiettivi principali vi è sicuramente il coinvolgimento e il confronto con i soggetti del settore, per avanzare proposte per frenare le coop fittizie – ha detto il vicepresidente Gianni Bessi –. Con il Presidente Luca Sabattini e la vice Giulia Gibertoni, abbiamo proposto un programma di lavori suddiviso in tre fasi principali. La prima sarà dedicata alle audizioni di soggetti sia interni che esterni all’amministrazione regionale, con un’attenzione particolare per Unioncamere ed Ervet, per un’analisi del sistema economico e per conoscere le dimensioni della problematica; l’Agenzia regionale della ricostruzione, per l’analisi del percorso che ha portato alla stesura della white list delle imprese. Infine, i principali soggetti della cooperazione, dell’imprenditoria e del commercio. La seconda fase sarà dedicata a ulteriori audizioni, dopo i contributi raccolti nella fase iniziale. E, infine, con la terza parte del programma dei lavori si arriverà all’obiettivo principale, realizzare un progetto di legge per impedire lo sviluppo e l’attività di queste false cooperative”. La Commissione lavorerà anche per elaborare proposte di miglioramento e indicazioni operative rivolte ai diversi livelli di responsabilità istituzionale e punterà ad integrare e mettere a sistema i contributi di soggetti diversi e lo studio dell’evoluzione normativa che è intervenuta nel tempo. “L’obiettivo principale della Commissione – conclude Bessi –, è mettere in campo gli strumenti necessari a impedire lo sviluppo, l’attività, l’esistenza di questa forma di concorrenza sleale”.

 

Clicca qui per scaricare il Programma della Commissione speciale di studio delle cooperative spurie

Lavoro. Al via la commissione assembleare sulle coop spurie: “Un Pdl e nuovo regolamento entro fine legislatura”

Il presidente Luca Sabattini, con i vice Giulia Gibertoni e Gianni Bessi, ha presentato il programma dei lavori: audizioni con i soggetti del settore per avanzare proposte per frenare le coop fittizie

Tempo un anno, o al massimo entro la fine della legislatura, per presentare una proposta di legge da proporre in Parlamento o anche per pensare modifiche al regolamento regionale. A dettare i tempi per frenare il fenomeno delle false cooperative è Luca Sabattini, presidente della commissione speciale sulle cooperative spurie, affiancato dai vice Giulia Gibertoni e Gianni Bessi.

“I programmi dei lavori saranno divisi in tre fasi principali -ha spiegato Sabattini-. La prima sarà dedicata alle audizioni di soggetti sia interni che esterni all’amministrazione regionale, con un’attenzione particolare per Unioncamere ed Ervet, per un’analisi del sistema economico e per conoscere le dimensioni della problematica; l’Agenzia regionale della ricostruzione, per l’analisi del percorso che ha portato alla stesura della white list delle imprese (cioè quelle imprese che rispecchiano i canoni ‘limpidi’ dettati dalle prefetture, ndr). Infine -ha aggiunto il presidente-, i principali soggetti della cooperazione, dell’imprenditoria e del commercio”.

La seconda fase sarà dedicata a ulteriori audizioni, dopo i contributi raccolti nella fase iniziale. E, infine, con la terza parte del programma dei lavori si arriverà all’obiettivo principale: realizzare un progetto di legge per impedire lo sviluppo e l’attività di queste false cooperative.

Gibertoni ha sottolineato come “i lavori della commissione saranno variabili e non rigidi, perché non possiamo prescindere dalle audizioni che andremo a sentire. L’importante, comunque, è che questa commissione non divida ma trovi tutti dalla stessa parte, specie ora che c’è una consapevolezza che non cala l’attenzione sulla cooperazione. Credo che questa commissione potrà portare buoni risultati”.

Da Piergiovanni Alleva de L’Altra Emilia Romagna arriva la proposta di “audire anche i magistrati”. Così come, secondo Igor Taruffi (Sinistra Italiana) e Giuseppe Boschini (Partito Democratico) non bisogna focalizzarsi su un unico settore su cui hanno operato le cooperative spurie (il più noto il settore della carne, da cui è partito il ‘caso’) “ma occuparsi di più settori. Dedicando spazio -ha spiegato Taruffi- anche ai morti sul lavoro”. E da Boschini arriva anche la proposta di “acquisire il lavoro già svolto dalle commissioni parlamentari, per non partire da zero”.

E se per Stefano Caliandro (Pd) “questa commissione è un monito per la buona politica”, per Antonio Mumolo, anche lui esponente dem, “dobbiamo capire quali sono tutte le azioni da mettere in campo”. E un modo per farlo, secondo Silvia Prodi del Gruppo misto-Mdp, “potrebbe essere chiamando in audizione anche la Guardia di Finanza e l’ispettorato del lavoro”. Tutto questo “per arrivare a un proficuo risultato finale che possa essere utile anche a chi amministrerà dopo di noi”, ha sottolineato Bessi. E, se serve, “anche con un supporto nazionale”, ha fatto eco Luciana Serri (Pd).