Reddito di inclusione sociale per i poveri
Reddito di inclusione sociale per i poveri II Coordinamento Emilia Romagna della «Alleanza contro la povertà» — realtà che, a livello nazionale raccoglie l’adesione di 35 soggetti appartenenti alle istituzioni, ai sindacati e al terzo settore — ha promosso, mercoledì scorso, un appuntamento sul tema «La risorsa povertà, un progetto di inclusione sociale». L’Alleanza, da più di un anno, ha condiviso l’urgenza per il Paese di dotarsi di una strategia nazionale di contrasto alla povertà, avanzando una dettagliata proposta per l’adozione di una misura specifica: il Reddito di Inclusione Sociale (Reis) rivolto alla povertà assoluta. La proposta di introduzione del Reis prevede un reddito di sostegno, rivolto a tutte le persone e le famiglie in povertà assoluta, che non si basa su una logica assistenziale ma prefigura un atteggiamento attivo dei beneficiari attraverso un mix di diritti e doveri. Il reddito di inclusione dovrebbe essere finanziato da un Fondo nazionale gestito a livello locale attraverso un partenariato fra attori pubblici e privati. In quest’ottica, il reddito di inclusione si caratterizza come misura di welfare locale: affronta l’emergenza per superarla, ricompone servizi diversi per personalizzare gli interventi. Ad aprire i lavori è stato Walter Raspa, presidente Acli Emilia Romagna e portavoce di «Alleanza contro la povertà» Emilia Romagna. Hanno fatto seguito l’intervento di Sauro Bondi, delegato regionale Caritas, che ha illustrato il «Rapporto Caritas 2015 Emilia Romagna» e la relazione di Cristiano Gori, docente di Politica sociale Università Cattolica di Milano, sul Reddito di inclusione sociale. Presente anche Gianni Bessi, consigliere regionale in rappresentanza della Regione Emilia Romagna.