Risoluzione presentata all’Assemblea legislativa da numerosi consiglieri Pd, primo firmatario Gianni Bessi: “Bene gli accordi Ue per promuovere l’educazione alimentare, la Regione intervenga sul Governo per ottenere i fondi previsti”
L’accordo di massima raggiunto dal Consiglio europeo sulla proposta di regolamento per la distribuzione di frutta e latte nelle scuole primarie, con una dotazione finanziaria complessiva a livello comunitario di 250 milioni di euro annui, è oggetto di una risoluzione presentata Gianni Bessi, primo firmatario, Enrico Campedelli, Mirco Bagnari, Luciana Serri, Paolo Zoffoli, Giuseppe Paruolo, Ottavia Soncini, Lia Montalti, Nadia Rossi, Francesca Marchetti e Stefano Caliandro, consiglieri Pd.
L’accordo, sottolineano, conferma il ruolo strategico riconosciuto dalle istituzioni europee all’educazione alimentare per i più giovani e sancisce l’obbligo per gli Stati membri di destinare una quota del budget riservato ai programmi educativi a progetti di educazione alimentare per la fascia 6-10 anni, dando il via a un vero e proprio piano europeo di educazione alimentare. Per l’Italia, spiegano, “si tratta di un’occasione concreta per contribuire alla creazione di una cultura alimentare sana ed equilibrata a partire dai più piccoli, in perfetta continuità con il percorso tracciato da Expo 2015”. La Regione, ricordano, grazie alla propria legge approvata nel 2002, “ha promosso consumi alimentari consapevoli e numerose iniziative rivolte alle scuole e direttamente ai cittadini (Fattorie didattiche, campagne a favore del cibo biologico) e ha avviato numerosi programmi regionali (Consumabile, Frutta nelle scuole, etc.), investendo risorse finanziarie per oltre 1 milione all’anno (5,7 milioni nella legislatura 2005-2010)”.
Considerato che nel 2014, a causa del taglio dei trasferimenti statali, “l’Amministrazione regionale è riuscita a investire meno di 300 mila euro e nel 2015, a causa dell’assenza di risorse, non sono state programmate iniziative”, i consiglieri del Pd chiedono alla Giunta regionale “di intervenire sul Governo sia per intercettare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni comunitarie sia per sensibilizzare l’Unione europea a destinare con maggiore determinazione risorse all’educazione alimentare quale strumento per la promozione di stili di vita sani”.