Pubblicato su Startmagazine.it il 27 dicembre 2020
l post di Gianni Bessi, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna e autore nel 2020 di “House of zar. Geopolitica ed energia al tempo di Putin, Erdogan e Trump” (goware edizioni)
Tre donne intorno al cor…
Le tre donne che il destino o, ancora meglio, lo Zeitgeist ha messo alla guida dell’Europa politica, economica e finanziaria in questa fase cruciale per il futuro dell’Ue, dovranno affrontare la situazione dello shock da Covid-19 con una politica di investimenti e incentivi monstre che permettano di costruire un progresso verticale per l’area Ue. E facciano in modo che la scelta strategica sia soprattutto condivisa (ed eseguita). Che sia quindi una scelta politica e non solo economica.
I passi per gestire gli incentivi europei sono già stati messi nero su bianco: nel documento Next Generation Italia, in merito all’impatto macroeconomico di investimenti ed incentivi si legge che “nel medio periodo i maggiori investimenti accrescono lo shock di capitale pubblico con effetti positivi persistenti su Pil potenziale ed effettivo”. E scorrendo solo qualche pagina arrivano anche le istruzioni per l’uso: “la sostenibilità degli investimenti pubblici dipendono in modo sostanziale dal regime di regolamentazione e della sua implementazione. Infine l’efficacia degli investimenti pubblici richiede un forte coordinamento tra i diversi livelli di governo”.
In soldoni, serve ricordare alla politica alcune leggi dell’economia, perché le transazioni economiche continueranno a regolare, ci piaccia o meno, la nostra vita. Di fronte a un piano dell’Ue così poderoso, a una politica finanziaria per la ripresa dell’economia bisogna sapersi muovere: non è ammissibile una crescita solo a debito senza un corrispondente aumento di produttività e dei redditi. Il debito cioè non deve crescere più veloce del reddito per non rischiare che gli oneri schiaccino ulteriormente la possibilità di spesa facendoci ripiombare nella recessione. È quello che succede quando si sposa solo la tattica dei sussidi.
Nello stesso tempo i redditi non devono crescere più velocemente della produttività, altrimenti si rischia la diminuzione della competitività. L’obiettivo è quindi l’aumento della produttività, posizionarsi come economia di paese nella fascia alta della catena del valore. Da questo punto deriva a cascata la scelta di quale modello di sviluppo, se appoggiato alle politiche industriali o ai servizi, così come l’esigenza di investire sulla ricchezza potenziale di ogni società cioè i giovani: sulla formazione scolastica, universitaria o lavorativa quindi.
Del resto il documento degli incentivi è stato intitolato Next generation: se è un piano per la prossima generazione deve essere applicato coerentemente.
Così termina, con un auspicio, la puntata natalizia del nostro viaggio nell’Europa del semestre a presidenza tedesca, che ha già toccato le principali città, da Berlino a Bruxelles per arrivare a Francoforte, Karlsruhe, Varsavia, Vienna, Mosca, Roma, Bologna, Ravenna. E luoghi come il Bundestag il parlamento tedesco, al Palazzo Berlaymont sede della commissione europea, a Palazzo Madama al Senato italiano, all’Eurotower sede della Bce, alle spiagge del mar baltico o alle rive del fiume Meno. Un viaggio che nel 2021 riprenderà con lo stesso spirito e, se possibile, con gli anticorpi giusti.