DIAMANTI NASCOSTI • FABRIZIO DE ANDRÉ
Giovedi 6 giugno parteciperò, rappresentando la Regione Emilia Romagna, all’inaugurazione della mostra “Diamanti Nascosti Fabrizio de André” che è stata allestita a Palazzo Rasponi dalle Teste in Piazza Kennedy a Ravenna.
Non è facile riassumere cosa ha rappresentato Fabrizio De Andrè per la cultura italiana. Lo è stato per molte generazioni di giovani italiani, anche per la mia che l’ha conosciuto solo negli anni 80.
Una cosa è certa, ha influenzato sia quella popolare sia quella cosiddetta 'alta'. C'è chi dice che i testi delle canzoni non possono essere considerati poesie, perché non vanno ascoltati o letti senza musica. Io rispondo: ci sono eccezioni. Una di questa è senz'altro Fabrizio De André.
Un verso per tutti, fra quelli delle canzoni che ho conosciuto perché cantate dai ragazzi più vecchi che sapevano suonare la chitarra, per dimostrare quello che ho appena detto: in una canzone che ricordo mi colpì particolarmente perché raccontava la storia di un tossicodipendente con una delicatezza ma allo stesso tempo profondità che non avrei mai più ascoltato, ci sono questi versi quando riascolterò il vento tra le foglie sussurrare i silenzi che la sera raccoglie.
Questa, non c’è dubbio, è poesia.
In conclusione un ringraziamento particolare a Dori Ghezzi che ci farà l’onore di essere con noi: in tutti questi anni ha mantenuto viva la memoria di uno dei nostri più grandi artisti popolari. Sono passati vent’anni dalla sua scomparsa ma le sue canzoni saranno suonate per sempre, perché parlano e continueranno a parlarci delle cose che più contano per tutti noi, come le idee e la libertà. Come direbbe il suonatore Jones, Libertà l'ho vista svegliarsi, Ogni volta che ho suonato, Per un fruscio di ragazze, A un ballo, Per un compagno ubriaco
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