Pubblicato su Settesere.it il 26 marzo 2019
La Giunta intervenga sul governo affinché riveda la scelta di procedere al graduale taglio del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione a partire dal 1° gennaio 2020. Una scelta che colpisce in particolare le testate editoriali locali e le cooperative di giornalisti, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, e compromette il pluralismo e la qualità dell’informazione, fondamentale presidio di democrazia e libertà. È quanto si chiede alla Giunta in una risoluzione del Pd, prima firmataria Lia Montalti, approvata a maggioranza dall’Assemblea legislativa. A quella dei dem è stata abbinata anche una risoluzione di Andrea Bertani (M5s), della quale è stato approvato il solo impegno, richiesto all’esecutivo regionale, di “sollecitare Confindustria, editore del Sole 24 ore, a scongiurare la chiusura del centro stampa di Fossatone di Medicina, nel bolognese, che avrebbe riflessi negativi sui lavoratori occupati”.
In sede di illustrazione della risoluzione, Lia Montalti (Pd) ha spiegato che il progressivo azzeramento del Fondo per l’editoria rischia di colpire in modo irreversibile le testate editoriali locali e le cooperative di giornalisti, in quanto il Fondo statale “non è destinato ai grandi gruppi, ma a 54 testate generaliste, per lo più locali, 121 settimanali, in gran parte radicati sul territorio, 87 periodici per gli italiani all’estero, 33 testate per non vedenti e 10 giornali di associazioni di consumatori”. Le testate editoriali locali e giornalisti che vi lavorano, spesso in forma cooperativa, – ha evidenziato la consigliera – sono un patrimonio delle comunità del territorio e rappresentano un autentico presidio di pluralismo e libertà di informazione che il venir meno del contributo pubblico rischia di compromettere. Ieri a Roma – ha puntualizzato l’esponente dem – si sono aperti gli Stati generali dell’editoria. “Il nostro auspicio- ha concluso Lia Montalti- è che possano essere l’occasione per indirizzare le scelte politiche del governo gialloverde verso il sostegno all’editoria, all’informazione di qualità e alla tutela dei giornalisti, poiché la democrazia si alimenta di buona informazione fatta da giornalisti professionali”.
Pronta la replica di Andrea Bertani (M5s): “il governo non è contro le testate editoriali locali né contro i giornalisti, tanto che sotto la soglia di 500mila euro (il contributo pubblico che riceve la maggior parte di queste testate) non ci saranno tagli. L’esecutivo intende solo rivedere le forme di contributo pubblico al sistema editoriale, poiché, nel tempo, hanno determinato distorsioni e abusi, non sono state utili a garantire un reale pluralismo e, al contrario, hanno favorito posizioni dominanti o egemoniche nel mercato”. Il presupposto di partenza del nuovo esecutivo – ha precisato il capogruppo 5 stelle – è che il libero accesso all’informazione da parte dei cittadini deve avvenire senza interventi finanziari del pubblico, passibili di generare forme di condizionamento. Dunque, l’obiettivo è di perseguire una sempre maggiore trasparenza negli assetti delle proprietà editoriali per prevenire situazioni di conflitto d’interessi. “Gli Stati generali- ha concluso Bertani- saranno l’occasione per un confronto con tutti i soggetti del settore dell’editoria e dell’informazione al fine di decidere insieme come affrontare le profonde trasformazioni che in questi ultimi anni hanno rivoluzionato un settore delicatissimo per la tenuta democratica del paese”.
Per Silvia Prodi (Misto) “l’informazione di qualità fatta in modo professionale è un bene pubblico da tutelare. Per questo il lavoro giornalistico, dove oggi troppo spesso si annida un precariato dequalificato, deve tornare a essere una priorità del decisore politico”.
Nadia Rossi (Pd), nel ricordare come la Regione abbia approvato una legge per sostenere l’editoria locale, al contrario del governo che la penalizza, ha assicurato l’impegno della maggioranza di centrosinistra a favore dei lavoratori del centro stampa del Sole 24 ore. “L’azzeramento del contributo pubblico- ha rimarcato la consigliera- non sarà indolore, dato che comporterà la chiusura di una testa radiofonica storica e che fa servizio pubblico come Radio Radicale”. Le fa eco Gianni Bessi (Pd), che paventa la chiusura di numerose teste giornalistiche locali, con conseguente dispersione di un patrimonio di professionalità che in molti casi, oltre a raccontare la vita delle comunità, “hanno contribuito con inchieste complesse a incidere sulla realtà del paese”.
Gian Luca Sassi (Misto), nel ribadire la propria posizione a favore dell’abolizione del Fondo per l’editoria e dell’Ordine dei giornalisti, ha invocato una riforma del lavoro giornalistico che coniughi la massima libertà nell’accesso alla professione con la più elevata tutela del lavoro. “La professionalità dei giornalisti- ha concluso- non sempre è indice di informazione di qualità, per questo è necessario affrontare il tema di come tutelare l’opinione pubbliche dai giornalisti che fanno disinformazione”.
Per Giancarlo Tagliaferri (Fdi) “l’azzeramento del Fondo per l’editoria rischia di lasciare le testate nelle mani della finanza, favorendo, di fatto, solo i grandi gruppi editoriali”.
Igor Taruffi (Si) torna sul tema del lavoro giornalistico: “il tema delle tipologie contrattuali è cruciale, perché incide sulla qualità dell’informazione”.