Pubblicato su StartMagazine.it 25 novembre 2018
di Gianni Bessi
House of Zar torna con una nuova trilogia puntando sulle rotte del gas, nell’area che va dal Caucaso all’Anatolia fino ai Balcani.
Il gas naturale è diventato una delle materie prime più importanti al mondo: è in atto una vera e propria rivoluzione nel campo dell’approvvigionamento energetico – con le richieste che aumentano in maniera drammatica – e l’oro azzurro si sta ritagliandosi un ruolo preminente.
È buona norma non focalizzarsi solo sui luoghi da dove partono o arrivano i tubi, ma prendere nota di ogni “terra di passaggio”, perché anche qui si disegnano gli equilibri geopolitici della ‘mappa dell’approvvigionamento’ dell’oro azzurro.
Un esempio concreto è l’area che va dal Caucaso all’Anatolia fino ai Balcani dove, sulle rotte del gas, stanno salendo alla ribalta nuovi leader e inediti protagonisti.
Ecco allora la Georgia di Bidzina Ivanishvili, leader di “Sogno Georgiano”, il partito che da un lato sta portando avanti una politica di avvicinamento all’Ue e dall’altra tenta di chiudere un accordo la distensione con la Russia, per metter la parola fine a una lunga stagione di tensioni che ha avuto quali protagonisti l’ex presidente Mikheil Saakashvili e l’immancabile Vladimir Putin.
In questo caso è il rugby e non il judo, com’era nel caso della prima puntata con protagonista la Turchia, che ci accompagna nello sforzo di capire meglio le dinamiche geopolitiche.
La passione dei Georgiani per la palla ovale si è vista a Firenze in occasione del Test Match contro l’Italia: ben 8000 supporter hanno riempito le tribune del Franchi per sostenere i biancorossi di Tbilisi. Si può arrivare a intuire, osservando il calore e la passione che mostrano pure in un contesto pacifico come una partita di rugby, che hanno alle spalle una tradizione di difensori di un Paese che ha subito ogni sorta di minaccia e invasione.
Forse proprio in questo va ricercato il primo motivo per cui ai Georgiani piace così tanto il rugby: uno sport che è combattimento controllato, difesa e conquista del territorio, forza e scontro, ma che richiede grande intelligenza e disciplina. Caratteristiche che tranquillizzano il vicino azero perché il Tanap transita in un Paese affidabile, col quale non dovrebbero capitare imprevisti delle relazioni politiche.
Guardando al Caucaso Minore, i ricchi giacimenti di Shah Deniz vicino a Baku, capitale dell’Azerbaijan, scopriamo che il South Gas Corridor (SGC) prima di entrare nella penisola dell’Anatolia passa proprio attraverso la Georgia descrivendo una stretta curva a U per evitare con cura l’Armenia e quindi connettendosi al Trans-Anatolian Pipeline (Tanap) fino al Trans-Adriatic Pipeline (Tap).
È quindi normale che le recenti elezioni presidenziali georgiane, tenutesi il 28 ottobre, abbiamo catalizzato l’attenzione internazionale, in particolare per l’incertezza del risultato: il primo dicembre è in programma il ballottaggio, che salvo sorprese si risolverà all’ultimo voto.
I due contendenti sono Salome Zurabishvili, che al primo turno ha ottenuto il 38,7% dei voti contro il 37,7% del principale candidato d’opposizione, Grigol Vashadze. La favorita Zurabishvili, nata e cresciuta in Francia, è sostenuta da “Sogno Georgiano”. Prima del suo ingresso nell’agone politico nazionale, Zurabishvili è stata ambasciatrice francese in Georgia: nel caso si imponesse, sarebbe la prima donna a guidare uno stato del Caucaso meridionale.
Va da sé, date queste premesse, che la Repubblica caucasica ex sovietica si troverà a giocare un ruolo ancora più importante negli equilibri di una regione storicamente turbolenta. Soprattutto se e quando anche l’Iraq e soprattutto l’Iran troveranno uno sbocco continuativo alle proprie esportazioni attraverso il South Gas Corridor.
(2.segue)
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