di Gianni Bessi
Pubblicato su Start Magazine il 21 settembre 2018
Dall’est soffia la minaccia dello scisma della Chiesa ortodossa di Kiev con la possibile autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina ovvero con la richiesta di una chiesa nazionale indipendente dal Patriarcato di Mosca. Il post di Gianni Bessi
“Il romanzo degli gnomi” con sottotitolo: I protagonisti della finanza italiana e internazionale di Giancarlo Galli già negli anni ’80 la tocca piano sentenziando che nella penisola a forma di stivale ci sono solo due “Enti” geopolitici con capacità relazionale a livello mondiale: l’Eni e il Vaticano.
La battuta non pare aver perso quanto ad attualità e chissà se potrebbe servire – come un consiglio non richiesto – all’attuale governo per districarsi nel ginepraio della contemporaneità?
Del ruolo centrale di Eni come centro di gravità geopolitica e geoeconomica, il triunvirato Conte-Di Maio-Salvini ha preso coscienza come testimoniato dalle manovre nell’area libica e nordafricana; chi andando in Egitto, chi accusando la Francia di ingerenza e chi comprendendo l’importanza dell’organizzazione a novembre della Conferenza sulla Libia.
Dalla finestra di House of gas tali segnali sono stati ben visibili, sia in relazione al confine meridionale europeo che è il mediterraneo che, più a est, da dove ancora investono l’Europa: cioè noi.
Dall’est soffia la minaccia dello scisma della Chiesa ortodossa di Kiev con la possibile autocefalia della Chiesa ortodossa ucraina ovvero con la richiesta di una chiesa nazionale indipendente dal Patriarcato di Mosca.
Lasciamo ai teologi le possibili conseguenze religiose e agli storici le dispute sulla primogenitura millenaria del cristianesimo nella Rus’ di Kiev.
Sottolineiamo che si tratta un problema politico, anzi geopolitico, e per intenderci un evento culturale da far sembrare la Brexit una scaramuccia.
E’ sicuramente facile immaginare le conseguenze di come la rivalità tra il Patriarca di Kiev Filaret con il Patriarca di Mosca, l’apocalittico Kirill e il ruolo di Bortolomeo Patriarca di Costantinopoli (Instanbul) si intreccia nelle relazioni tra Ucraina e Russia vista la situazione già esplosiva del confitto del Donbass con i suoi già oltre 100 mila morti.
Al calderone vanno aggiunto le richieste di Putin presentate in diverse occasioni – come filtra anche dal recente incontro con la Merkel al Castello di Maseberg – di un possibile referendum in tale regione.
La posizione del presidente ucraino Petro Porošenko è diversa sul Donbass e anzi l’indipendenza della chiesa ortodossa ucraina è ben vista anche in coincidenza delle imminenti elezioni presidenziali.
Siamo placidamente accomodati su una polveriera che lontano dai riflettori, dai media sembra pronta a scatenarsi con i soliti ingredienti di nazionalismo, incerti confini, dispute energetiche, religione, scisma e antichi spettri del passato? E se tutto precipitasse alla vigilia delle elezioni europee? E come si comporterebbe al dunque il Governo del cambiamento?
In questo caso potrebbe tornare utile l’altro “Ente” geopolitico per eccellenza citato ne ‘Il romanzo degli gnomi” che risiede nella penisola italica.
Siamo sicuri che la conoscenza (e la preoccupazione) della situazione sia grande al Vaticano, dove i Nunzi apostolici, le sue Chiese e Monasteri hanno antenne ancora pronte e ricettive per un quadro aggiornato della condizione di qua e di là del fiume Dnepr…e qualche utile consiglio da fornire.
Anche in vista della visita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Mosca da Vladimir Putin il 24 ottobre prossimo.