Da 120 anni a questa parte l’Inps è quotidianamente al centro di un crocevia di sguardi. A tutte le età, direttamente o indirettamente, si guarda all’Istituto per tutelarsi di fronte a molti rischi contro i quali non esistono assicurazioni sul
mercato. Il nostro Istituto è nato alla fine del XIX Secolo come assicurazione volontaria contro la povertà in vecchiaia e come organizzazione di tipo mutualistico, che contemplava aiuto reciproco nel caso insorgessero stati
invalidanti tra gli iscritti. Quando 20 anni dopo ci si rese conto che le persone non si assicuravano a sufficienza contro il rischio di rimanere poveri in vecchiaia,
l’assicurazione sociale da volontaria divenne obbligatoria. Il passaggio da accantonamento volontario a prelievo obbligatorio ha fatto perdere di vista a molti lavoratori la natura assicurativa dei contributi, facendoli apparire come
tasse anziché come risparmio obbligatorio. Per questo la battaglia culturale condotta dall’Istituto per allungare gli orizzonti delle scelte individuali, per far vivere i contributi come consumo differito, non si è certo esaurita con il
passaggio alla contribuzione obbligatoria. Per 120 anni siamo stati l’istituzione pubblica italiana che spinge tutti a guardare lontano, che chiede di pianificare un futuro anche non prossimo. Le buste arancioni inviate anche a chi ha da poco iniziato a lavorare sono l’emblema di questa funzione sociale storica del nostro Istituto. Ne manderemo altre con il timbro celebrativo dei 120 anni.