Via libera nei Comuni dell’Emilia-Romagna a 120 progetti di investimenti. Con questo meccanismo in 8 anni sono state autorizzate per gli enti locali emiliano-romagnoli risorse per circa 1 miliardo e 120 milioni di euro. L’assessora Petitti: “Una risposta concreta a sostegno dei Comuni ma anche una spinta all’economia e al rilancio dell’occupazione”
Sbloccati oltre 31,3 milioni di euro, a disposizione di 58 Comuni dell’Emilia-Romagna col Patto di solidarietà territoriale.
Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, guidata da Stefano Bonaccini, soddisfa tutte le richieste di spazi finanziari presentate dai Comuni, in particolare nei piccoli centri e in montagna.
Con le risorse liberate dal vincolo di bilancio, grazie al patto che la Giunta regionale ha proposto e condiviso col territorio, potranno essere realizzati importanti investimenti, da realizzarsi nell’anno, impiegando risorse, spesso già incluse nei bilanci dei Comuni, ma non direttamente impiegabili a causa dei vincoli sul pareggio di bilancio introdotti dalla normativa statale che limitano l’impiego di risorse accantonate nel risultato degli esercizi precedenti, il cosiddetto “avanzo di amministrazione”.
Queste risorse si aggiungono a quelle già distribuite nell’ambito nei patti di stabilità territoriale. In otto anni, la Regione ha autorizzato agli enti locali 1 miliardo e 120 milioni di euro, coordinando un complesso sistema di coniugazione tra domanda e offerta.
Ben 31 Comuni emiliano-romagnoli hanno ceduto spazi al sistema regionale per un importo di 17,7 milioni di euro acquisendo, in tal modo, il diritto a migliorare i propri saldi di bilancio. Accanto alle risorse cedute dalle Autonomie locali, la Regione ha previsto ulteriori 13,6 milioni di euro per allargare i benefici a favore degli enti locali.
Nel dettaglio: nel bolognese sono 13 i Comuni beneficiari per un totale di oltre 4 milioni di euro; per la provincia di Ravenna sono stati sbloccati 635 mila euro e oltre di 4,5 milioni di euro per il territorio riminese (in 5 Comuni). A Parma i finanziamenti liberati superano i 7 milioni (in 6 Comuni). Alla provincia di Forlì-Cesena vanno oltre 2 milioni e 217 mila euro (in 5 Comuni). Nel ferrarese le risorse sbloccate arrivano a 5 milioni e 290 mila euro (in 4 Comuni). Al territorio di Modena vanno complessivamente poco meno di 5,5 milioni di euro (in 5 Comuni); per la provincia di Piacenza sono stati sbloccati 1 milione e 555 mila di euro per 9 Comuni. Oltre 1,6 milioni di euro, infine, spettano a 9 Comuni della provincia di Reggio Emilia.
“Con questa opportunità- spiega l’assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti– saranno realizzati interventi di sviluppo per migliorare la sicurezza del territorio e la viabilità, per abbellire le città dell’Emilia-Romagna, per incrementare la vivibilità e la sicurezza degli edifici scolastici, migliorare gli impianti sportivi pubblici e realizzare interventi sui municipi, sulle biblioteche, sui cimiteri e sugli altri edifici comunali. La novità di quest’anno consiste nella particolare attenzione alle zone rurali e di montagna: spesso un campo da calcio, l’illuminazione pubblica di una via poco abitata, una scuola materna più bella e sicura, la piazza in cui si identifica un paese, sono una concreta risposta alla coesione sociale che vogliamo rafforzare. Ma tutto questo significa anche opere e lavori di piccolo taglio per artigiani e fornitori del territorio, ossia maggiore occupazione e una spinta all’economia”.
Le risorse attiveranno 120 interventi di sviluppo che, nel dettaglio serviranno in 41 casi per migliorare la viabilità delle nostre strade (manutenzione, illuminazione stradale); 24 per interventi sulle scuole (ampliamenti, messa in sicurezza, nuovi edifici e manutenzione straordinaria); 14 per abbellire le città: (piazze e centri storici); 14 per interventi sul patrimonio dei comuni (cimiteri, municipi, case per anziani e impianti fotovoltaici); 11 per nuovi impianti sportivi o per interventi di manutenzione straordinaria di impianti esistenti; 11 per interventi di messa in sicurezza del territorio o degli edifici a seguito di eventi calamitosi o per la prevenzione di calamità naturali; 5 per incrementare l’attrattività turistica.