di Gianni Bessi
Pubblicato su FOR ottimisti&razionali.it del 20 marzo 2018
Siamo tutti elettrificati. E non tanto per gli oltre 5 miliardi di telefonini che ci portiamo dietro, ma per i circuiti miniaturizzati, che hanno permesso di ridurre le dimensioni degli strumenti aumentandone le prestazioni e di costruire apparecchi che un tempo erano fantascienza. È la quarta rivoluzione industriale, bellezza, ci ricorda una voce fuori campo. Un futuro, anzi un presente che ha bisogno di enormi quantità di energia.
Proprio di quarta rivoluzione industriale si è parlato al REM di Ravenna, l’evento dedicato all’energia rinnovabile, e anche dell’era dei big data: ed è una rivoluzione che consuma moltissima energia oltre a essere una sfida non da poco, sulla quale ognuno deve prendere posizione.
La mia è quella di Ottimista e Razionale. E razionalmente la prima cosa da affermare è che da qualche parte l’energia necessaria per potere essere rivoluzionari va prodotta. La risposta uscita al Rem è che ce la possiamo fare solo a patto di puntare su un mix gas naturale-rinnovabili.
Questo per diversi motivi: il primo è che il gas naturale è la più pulita delle fonti fossili. La seconda è che in Italia abbiamo competenze di livello internazionale per gestire una transizione di questo tipo. Senza dimenticare che l’Adriatico è un grande giacimento di gas che finora abbiamo deciso di non estrarre ma che, se cambiassimo idea, oltre ad alleggerire la bilancia dei pagamenti ci permetterebbe di sostenere i distretti dell’high tech manufacturing, ovvero dell’impiantistica industriale, che danno lavoro a centinaia di migliaia di persone.
Il settore energetico è centrale. Se guardiamo al mondo così com’è oggi vediamo che molte scelte di geopolitica hanno come elemento sotteso proprio le modalità dell’approvvigionamento energetico. All’energia è collegata il funzionamento dei circuiti miniaturizzati, dei blockchain e di chissà quali tecnologie arriveranno per cambiare le modalità di lavoro da quelle delle imprese tradizionali alla finanza.
Alla centralità dell’energia sono legate anche le scelte da compiere per cambiare il verso alla situazione dei nostri giovani, a patto di investire su una formazione di alta qualità, che abbia come elementi l’innovazione e la ricerca tecnologiche. Abbiamo bisogno di ricercatori, di tecnici, di scienziati: solo investendo sulla scuola e sull’università si potranno formare i tecnici e gli esperti di domani, quelli che dovranno, e sapranno, gestire la quarta rivoluzione industriale.
La forza primaria della competizione industriale è l’innovazione tecnologica-scientifica-ecologica e non la globalizzazione. Un campo dove in Italia possiamo schierare eccellenze di profilo internazionale. C’è un’Italia che in pochi conoscono, formata da persone che sanno fare bene il proprio lavoro e che tutti i giorni aiutano il progresso a compiere un passo in avanti. La nostra Italia.