da Formiche.net del 6 dicembre 2016
L’intervento di Gianni Bessi, consigliere Pd nella regione Emilia-Romagna
Sarà una rivoluzione?, ci chiedevamo prima del voto. Senza essere frainteso o far un sacrilegio la prendo alla larga. Un po’ di divagazione teologica, anzi di teopolitica.
Alla II domenica d’avvento, c’era il primo dei Vangeli su Giovanni il Battista che spiega come i Farisei e Sadducei non volevano cambiare lo status quo… Il Battista si scaglia contro di loro perché la resistenza al cambiamento è voluto da chi ha già tutto e dice che sta già bene così.
E non si vuole adeguare ai tempi.
E a Giovanni Battista, quello del discorso contro i Farisei e Sadducei, gli tagliarono la testa, e quello dopo, da Lui annunciato, complice il referendum tra il popolo (Volete Barabba o…) lo appesero alla croce.
Di facile non c’è nulla. Ma l’Italia conferma quello che abbiamo condiviso in questi mesi. Il centrosinistra o le sue proposte, qualsiasi proposta… possono arrivare al massimo a 14 o 15 milioni di voti… (l’unico che “sforò” fu Prodi nel 2006 con 18 milioni e comunque si vinse per 25 mila voti appena…) Ero nello staff nel ’96 e lì si vinse grazie al Bossi furioso (che corse da solo); e se il richiamo della foresta della politica torna a calcare il palcoscenico (la tanto invocata partecipazione) i partiti tornano e “tirano” le fazioni…
A evocare il cambiamento si trova il consenso di tanti, ma quando lo si affronta nessuno ti dà retta. Il paese dei veti incrociati dei Guelfi e Ghibellini ecc. fa semplicemente riemergere e riapparire la partecipazione nella sua forma italica. Al di là dei limiti e dei difetti di noi tutti umili peccatori.
Vediamo le prossime mosse…
Ma non bisogna mollare perché il limite più grande rimane che qua al primo stop si deve sempre ricominciare… c’è una sorta di continua cannibalizzazione di progetti, di leader, di parole…
Ma il dato è che tutte le volte si ricomincia con le solite liturgie… quindi gran finale con i buoni propositi:
I numeri non mentono mai, e alcune volte fanno male. È stata una battaglia giusta da fare. Con grinta ed onestà intellettuale. E non dobbiamo mollare. Il lavoro e lo sviluppo restano sempre al primo posto!
E così sia!