Evitare l’ipotesi di accorpamento di Ravenna con altre realtà portuali, no ad una governance dei porti decisa senza la partecipazione di Regione ed enti locali, garantire la tutela del personale dipendente delle autorità portuali, la sicurezza sul lavoro e la legalità. In vista dell’adozione del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, attualmente al vaglio delle Commissioni parlamentari, l’Assemblea legislativa regionale ha approvato ieri a larga maggioranza (favorevoli Pd, Sel, M5s, Fdi-An; astenuta Ln; nessuno contrario) una risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi al fine di rivedere le argomentazioni assunte dal Governo e sollecita modifiche e miglioramenti al provvedimento che prevede importanti ricadute per il porto di Ravenna.
La risoluzione è stata presentata da quattro consiglieri del Pd, Gianni Bessi (primo firmatario), Stefano Caliandro, Manuela Rontini e Mirco Bagnari, ed è stata integrata con 6 emendamenti proposti da Andrea Bertani (M5s), tutti approvati. Il documento solleva perplessità sul piano strategico così come formulato e auspica che in sede di stesura dei decreti delegati siano tenuti in considerazione una serie di rilievi emersi nelle Commissioni parlamentari e in sede di Conferenza delle Regioni chiedendo alla Giunta regionale di impegnarsi in tal senso.
Bessi (Pd) ha auspicato miglioramenti al provvedimento di riforma della portualità italiana e della governance delle autorità portuali il cui iter parlamentare, ha ricordato, è attualmente in corso. I temi in questione, ha riassunto, sono diversi: “Sull’ipotesi di accorpamento di autorità portuali per Ravenna- ha detto- crediamo non sia la soluzione migliore considerate le sue peculiari caratteristiche”. Bessi ha poi ribadito la necessità di “un coinvolgimento degli enti locali e delle Regioni nella nomina dei vertici delle autorità portuali” e “la necessità di garanzie a tutela della sicurezza sul lavoro e per la legalità”.
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